Uno dei più famosi e celebrati pittori “aerofuturisti” – il goriziano Tullio Crali – è il protagonista del volume curato dallo studioso Massimo De Sabbata, un nuovo fondamentale tassello nell’opera di divulgazione artistica di area giuliana tra Ottocento e Novecento ad opera della Fondazione.
L’inquadramento storico e geografico dell’artista a partire dagli anni ‘20, è in effetti dimostrazione esemplare di come l’aver vissuto nel cuore industriale del Friuli venezia Giulia abbia influenzato e supportato la produzione artistica futurista, pre e post-bellica di Crali.
Ciò emerge chiaramente dalle tre linee guida proposte da De Sabbata nella riorganizzazione della questione sull’attualità dell’artista. Fissando la prima in una Gorizia degli anni ‘20, passando poi per il nazionalismo fascista, il mito aviatorio e le ideologie meccaniciste, ed arrivando, infine, ad un rovesciamento metafisico futurista, lo storico trova un Crali fiducioso nella modernità anche quando la guerra, con la sua tragicità, aveva disilluso un’intera generazione.
Una modernità che ripercorriamo nelle pagine del volume seguendo l’artista tra i cantieri di Monfalcone, i Moli di Trieste e lungo le piste delle aerostazioni di campagna, punto di partenza per i suoi molti ed emblematici voli.